Alessandro Bernazzi

Il corretto approccio al cane

Il corretto approccio al cane

Partiamo subito nel dire che la comunicazione con il cane, a differenza nostra, inizia già quando siamo in lontananza. Noi non ce ne accorgiamo, ma il nostro corpo per il cane sta già comunicando da lontano e lui ci sta già studiando.

Avete mai notato, in condizione di normalità comportamentale, come si avvicinano tra loro due cani?

L’approccio tra cani, che si esprime in una corretta comunicazione, viene a volte da noi erroneamente interpretato, attribuendo un comportamento dominante al cane che rimane fermo e un comportamento remissivo all’altro che si avvicina quasi lateralmente.

La posizione laterale associata ad un avvicinamento curvilineo, indica un’apertura alla comunicazione. Quindi se il nostro desiderio ci spinge ad andare a conoscere un cane (sempre meglio chiedere prima al proprietario se possiamo) impegniamoci anche noi ad adottare questa tipologia di approccio, dando così inizio ad un confronto comunicativo rispettoso.

Durante l’avvicinamento dobbiamo anche considerare il concetto di spazio, cioè valutare quale sia la distanza minima per l’interazione. Spesso ci si trova piegati verso il cane, con le braccia che lo avvolgono e le mani che lo accarezzano dalla testa alla coda…e così anche quelle leccatine che il cane indirizza verso il proprio naso, vengono da noi scambiati per baci e così continuiamo ad accarezzarlo.

Ma siamo proprio sicuri che la nostra gioia nel manipolare un cane estraneo, indipendentemente dall’età, sia da lui condivisa?!

Provate a pensare quante volte, in un ambiente affollato ci scostiamo dalla persona accanto a noi, perché magari non conoscendola, viviamo la situazione di vicinanza come invadenza?

Lo stesso concetto vale per i cani! Per quale motivo un cane deve avere il piacere ad incontrarci e farsi toccare da noi, visto che non ci conosce? Noi mostriamo fiducia verso chi conosciamo, e per conoscerlo prima lo studiamo. Lo stesso comportamento viene adottato dal cane.

Nel cane sono stati individuati quattro tipi di spazio (secondo Edward Hall): zona pubblica (da min 2mt), zona sociale (da 120 cm a 2mt), zona individuale (da 45 cm a 1mt) e zona intima (da 0 a 45 cm) Queste distanze chiamate anche “PROSSEMICA”, è un aspetto della comunicazione non verbale

Queste zone che variano da cane a cane a seconda della razza ed al proprio vissuto, indicano le distanze entro le quali avvengono i vari tipi di interazione: l’accettazione, l’avvicinamento e il toccarsi. Invadere uno dei quattro spazi senza saper leggere i segnali che il cane ci manda nell’avvicinarsi, può essere fonte di episodi spiacevoli.

Un buon comportamento prevede, le seguenti fasi: avviciniamoci al binomio (cane/proprietario) disegnando una linea curva e fermiamoci ad una certa distanza, non troppo vicino al cane. A questo punto, attendiamo che sia il cane ad avvicinarsi e capiremo subito se il cane è disposto a conoscerci, in questa circostanza cerchiamo di essere il più rilassati, in caso contrario, se il cane chiude l’interazione, non forzate la situazione e rispettatelo.

Se il cane invece si avvicina, perché è incuriosito, la comunicazione continua. La nostra postura fornisce molte informazioni al cane, quindi attenzione a come ci muoviamo, a noi viene naturale piegarci verso di lui in avanti, ma per il cane, questo atteggiamento può essere visto come dominanza. Per un cane timido, questa postura può essere sufficiente a chiudere la comunicazione. Una postura eretta rilassata, è una posizione neutra che lascia un’apertura verso la conoscenza.

 

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